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OLIO DI CBD ILLEGALE IN ITALIA? 

Una decisione inaspettata quella del ministero della Salute, che ha revocato la sospensione del decreto del primo ottobre 2020 che inseriva le “preparazioni ad uso orale di cannabidiolo (CBD) ottenuto da estratti di cannabis” nella tabella dei medicinali contenuta nel testo unico sugli stupefacenti. 

Nel 2020 dopo numerose proteste, il decreto era stato temporaneamente sospeso il 28 ottobre. Ora la revoca della sospensione entrerà in vigore definitivamente dal prossimo 22 settembre con il decreto (GU Serie Generale n.194 del 21-08-2023) .

Il decreto del 2020 era stato giustificato dall’arrivo in Italia ed Europa dell’Epidiolex, un farmaco a base di CBD utilizzato contro l’epilessia. 

Tuttavia, l’Epidiolex è già in commercio in Italia e in altri paesi europei. 

Se il decreto diventasse effettivo, l’Italia sarebbe l’unico paese in Europa e forse nel mondo a considerare le preparazioni per uso orale di CBD come uno stupefacente, di conseguenza, gli oli di CBD in libera vendita scomparirebbero e la vendita del cannabidiolo in forma di oli o comunque estratti, dovrà avvenire solo in farmacia e sotto prescrizione medica.

È importante sottolineare che il cannabidiolo è una sostanza prodotta dall’organismo, a differenza di farmaci come le benzodiazepine e gli oppiacei. 

I cannabinoidi sono presenti naturalmente nel nostro corpo e l’assunzione di oli, anche con una percentuale elevata di CBD, non ha mai mostrato controindicazioni significative.

Questo è possibile grazie alla capacità dell’organismo di assorbire questi principi attivi che sono intrinsecamente collegati al nostro corpo e non estranei ad esso.

 IL CBD NON È UNO STUPEFACENTE!

Il CBD non è uno stupefacente: non ha effetti psicotropi e a ribadirlo sono numerose sentenze e studi scientifici.

 L’AIFA ha incluso il CBD tra le “Sostanze attive dal punto di vista fisiologico” senza però inserirlo nell’elenco delle sostanze stupefacenti o a rischio di abuso. Alcuni esempi di sostanze attive includono il camazulene della camomilla, la vitamina C e molte altre molecole ben conosciute che sono presenti in prodotti disponibili in vendita libera.

Nel gennaio del 2019, l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ha raccomandato agli Stati membri di sottrarre le preparazioni a base di cannabidiolo (CBD) al controllo internazionale.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU), attraverso la sua sentenza C-663-18 del 19 novembre 2020, ha dichiarato che gli Stati membri non possono proibire la vendita di CBD che sia stato legalmente prodotto in un altro Stato membro. Inoltre, la CJEU ha sottolineato che il CBD non è considerato una sostanza stupefacente. È importante notare che i prodotti contenenti CBD non presentano problematiche particolari. La loro libera circolazione è stata confermata negli ultimi anni nell’Unione Europea, in Svizzera e nel Regno Unito.

COSA NE PENSIAMO

Sarebbe la prima volta che in Italia viene inserito nella lista delle sostanze stupefacenti un prodotto che non lo è. Tanto vale metterci anche la camomilla!

Si tratta chiaramente dell’ennesimo attacco al settore della canapa e alla libertà di utilizzare prodotti alternativi ai farmaci, naturali e senza controindicazioni.

In questa maniera, ci troveremo di fronte ad un altro evento a scopo di lucro, in cui i costi di tali prodotti aumenteranno come quelli numerosi farmaci, contribuendo ad aumentare i profitti delle aziende farmaceutiche e dei lobbisti pronti a sfruttare ciò che gli analisti indicano da molti anni come un settore in rapida crescita con previsioni che aumentano di anno in anno.