2021: a che punto siamo con la legalizzazione cannabis in Italia?
Sarà, finalmente, questo l’anno della svolta per la legalizzazione di cannabis e di tutti i derivati del CBD?
Il nostro Paese può e deve seguire la scia di USA e dei big europei che, già da anni, hanno scelto e consolidato la “linea verde”.
Si è finalmente concluso il 2020, un anno che riscriverà la storia del mondo intero e, soprattutto, dell’Italia.
Abbiamo dovuto affrontare una pandemia globale che ancora oggi, all’alba del 2021, continua a colpire le città e l’economia del nostro Paese.
Il primo lockdown, indetto dallo Stato italiano per frenare la curva dei contagi da Coronavirus, ha avuto risvolti positivi su questo aspetto; ma sicuramente non si può dire lo stesso per l’economia, colpita duramente dalle restrizioni anti Covid in vigore in Italia a partire da marzo 2020.
Eppure, tra piccole e medie imprese ridotte sul lastrico, cassa integrazione, smartworking e aziende chiuse, ci sono stati settori che sono riusciti a vedere la luce nel periodo più buio dell’ultimo secolo.
Gli e-commerce, in particolare quelli riservati alla vendita di cannabis legale, hanno avuto un boom di vendite mai visto prima tra marzo e aprile dello scorso anno.
Un trend molto positivo che ha portato al nostro Paese numerosi vantaggi anche dal punto di vista economico e sociale, colpendo il mercato nero dello spaccio illegale.
Il CBD si è rivelato fondamentale per via della sua funzione ansiolitica e antidepressiva: un supporto necessario per gli stati d’ansia che molti italiani si sono trovati ad affrontare durante il lockdown covid-19.
Così, molte aziende produttrici di marijuana light hanno assistito ad un super incremento delle vendite, tramite i siti online e i servizi di delivery, di infiorescenze, hashish o estratti per i fumatori e olii e infusi per i non fumatori.
Un aspetto molto importante che abbiamo analizzato nel nostro EHHZY blog dello scorso novembre.
Legalizzazione Cannabis, a che punto siamo?
Ma attualmente, qual è la situazione generale della legalizzazione della cannabis in e, nello specifico, quella della cannabis light in Italia?
Lo scorso novembre si era finalmente intravisto uno spiraglio di luce alla fine del lunghissimo tunnel della legalizzazione della canapa in Europa e in Italia, quando la Corte di Giustizia europea aveva riconosciuto il diritto di produrre e commercializzare il CBD, qualora estratto dalla pianta di Cannabis sativa nella sua interezza e non soltanto dalle sue fibre e dai suoi semi.
E quindi, i prodotti che contengono il principio attivo della pianta (CBD) possono circolare in Europa anche se un solo membro ne autorizza il commercio.
Una sentenza molto importante che prevede il disinnesto della cannabis light dalla lista delle sostanze stupefacenti ai sensi della Convenzione Unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti del 1961.
La Corte di Giustizia europea ha operato un’accurata ricostruzione del quadro normativo vigente, fornendo delucidazioni rilevanti per gli operatori del settore canapa: la canapa sativa, senza alcuna limitazione tra le parti della pianta, risulta un prodotto agricolo (ai sensi del Regolamento (CE) n. 1307/2013) laddove proveniente da varietà certificate con tenore di THC inferiore allo 0,2% ma tollerato fino allo 0,5%.
Buone notizie che vanno ad aggiungersi ad un altro esito positivo per una normativa di legge inerente al mondo della cannabis light: quella riguardante l’olio CBD.
Una normativa che, se fosse entrata in vigore, avrebbe penalizzato tutte le aziende operanti nel settore della canapa legale, con una serie di provvedimenti anche a livello internazionale.
In attesa di una revisione radicale della legge e delle politiche sulle droghe, finalmente si vedono non più solo flebili spiragli, ma forti segnali e passi in avanti sulla strada della legalizzazione in Italia.